I creduloni…
Qualche tempo fa ho pubblicato un articolo di Emilio Marrese perchè per me era un bell’articolo con ironia e un pò di presa per il culo. A qualcuno è piaciuto e a qualcuno no…
Oggi pubblico un articolo di sabato scorso, dal Corriere di Bologna a firma Daniele Labanti. Qui non c’è la velata presa per il culo ma un modo di considerare il popolo Fortitudo che io ho trovato acido e astioso.
Personalmente lo considero questo uno dei peggiori articoli che ho letto da un bel pò di tempo in qua:
Con l’ultima disperata mossa, Gilberto Sacrati ha dimostrato anche ai residui fedelissimi quale tenore abbiano i suoi affari. In due anni, il presidente della Fortitudo è andato avanti grazie all’ingenuità di interlocutori creduloni o poco interessati a far valere i loro diritti, fossero essi tifosi, giocatori, dirigenti, procuratori. La Fortitudo è così rimasta l’unica vittima. Ora la giostra ha smesso di girare, il giostraio vuole i gettoni e chi non Ii ha deve scendere.
Non è pensabile perseverare a dar credito a chi come colpa non ha tanto quella dì non aver onorato gli impegni, quanto quella d’aver raccontato bugie per due anni. Adesso è solo il momento di rinnovare l’invito: Sacrati si faccia da parte, vada via, liberi la Fortitudo dal giogo con cui la sta strangolando.
Questa estate è stata persa una grande occasione.
Era chiaro a (quasi) tutti che Sacrati non era in grado di garantire la sopravvivenza dell’Aquila, eppure fior di professionisti sono rimasti al suo capezzale, giocatori di serie A, persino i tifosi hanno scelto di non vedere e non capire. Serve una mobilitazione vera per salvare la Fortitudo, fatta di idee, capitali, persone.
E se questo non è possibile averlo, procrastinare l’eventuale fallimento di sei o otto mesi a che serve? Solo a perdere tempo, a non ripartire. È finita così oggi perché poteva solo finire così, con buona pace di chi andava a caccia di streghe invece di valutare con realismo i fatti.
Sacrati si è tagliato fuori da solo con le sue inadempienze.
La ciambella per aiutare la Fortitudo deve arrivare da figure nuove. Un imprenditore, un uomo biancoblù, un professionista: purché sia persona inattaccabile e di buon senso, in grado di essere presentabile al Comune per trattare un piano di rientro graduale dei soldi dovuti. Nel 2003 la Virtus si salvò dal fallimento perché a negoziare i debiti ci andò il nuovo proprietario: l’avesse fatto Madrigali, sarebbe stato respinto.
Cari tifosi, il tempo dell’ «importante è che tu esista » è finito da un pezzo. Bisogna rimboccarsi le maniche. La Fortitudo è la Fortitudo perché appartiene alla sua gente. Ma senza una nuova guida è lanciata a tutta velocità verso il burrone.
Caro Labanti, adesso che abbiamo rimboccato le maniche cosa ci facciamo? Beh, forse un’ idea ce l’avrei…
Il problema non è quello che scrive, ma che lo scriva sul Corriere, sebbene di Bo.
bo?
non so che dire
è certo che il dottore non ha detto a Sacrati compra la Fortitudo.
è altrettanto certo che lo stesso dottore non ha consigliato al comune di garantire il tutto.
secondo voi perché è stato fatto tutto.
io però non vorrei fallire.perché se falliamo non vedo un bel futuro
chiudo con un’altro bo
a mi scordai COMPLIMENTUCCI ALL’ARTICOLO